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Grafologia analitica - tradotto dalla Prof.ssa Prudenza Schirone
Mancava nella letteratura grafologica un compendio organico e nuovo che, come strumento d'indagine, spicca per la ricchezza di un itinerario dello studio grafologico tanto da rendere partecipe il lettore.
La ricchezza del materiale grafico con pertinenti didascalie si associa allo spessore formativo dell'autore. Manuel Moreno, del libro scritto in lingua spagnola, per dare un taglio sia di tipo saggistico, che non trascura ogni specificazione, sia di tipo divulgativo in modo da raggiungere un pubblico ampio, non di soli specialisti.



L’autostima
La vera autostima non può fare a meno  di una sana autocritica.
Da una ricerca avviata alcuni anni fa è scaturito il presente lavoro che si  è focalizzato nel test grafologico sull'autostima.
Pur essendo consapevoli che lo studio dell'autostima è uno degli ambiti  di ricerca più affascinanti, perché da tempo si è capito che la stima di sé è il punto centrale intorno a cui ruota ogni riferimento psicologico e sociale, e che la pubblicistica a riguardo sia numerosa a livello scientifico e a livello divulgativo, si è voluto dare un nuovo contributo studiando l'autostima secondo la metodologia della grafologia morettiana.
Dalla nostra esperienza di insegnanti e di grafologhe è scaturita la possibilità, sebbene in scuole di ordine e gradi diversi, di conoscere giovani alunni, che per i loro comportamenti nella vita quotidiana davano prova di maggiore o minore fiducia in se stessi perché vittime della timidezza, dell'insicurezza, dell'incapacità di relazioni sociali, dell'aggressività, della spavalderia e della propria arditezza.
La considerazione che per alcuni alunni questo problema influiva su molti aspetti della vita, mentre per altri era circoscritto a momenti determinati, è stata la spinta scatenante per dare una risposta a "quel qualcosa" che faceva star bene alcune persone e male altre.
La risposta, da cui chi vuole può trarre indicazioni per valutare la stima personale, non ha la pretesa di essere esaustiva sull'argomento, ma si propone di suggerire una chiave di lettura nuova ai ricercatori e uno strumento per capirsi un po' meglio al lettore comune.
La risposta data è poliedrica perché non permette di separare la capacità di essere in grado di affermarsi, di non essere socialmente impacciati, di essere in grado di rispondere alle richieste degli altri in modo adeguato. Il tutto si può sintetizzare in un solo concetto: "ogni individuo deve stimare se stesso". Questo significa che ognuno deve avere autostima per sentirsi sicuro di se stesso e, nello stesso tempo, deve avere la conoscenza delle proprie capacità per affermarsi e per porsi in relazione con gli altri in modo equilibrato onde evitare di sentirsi socialmente a disagio.



GRAFOLOGIA E LETTERATURA
Scrivere è parlare in silenzio; leggere è ascoltare in silenzio per mezzo di simboli che si offrono alla vista nella duplice di segno-significato (l'oggetto del segno) e di segno-significante (la forma del segno).
Di fronte al grafema "rosa" i più corrono subito con la mente al colore, al profumo e alle... spine del fiore "rosa"; pochi fanno attenzione alle modalità (Ritmo - Pressione - Forma - Calibro - Inclinazione - ecc...) con le quali il singolo scrivente ha tracciato con "carta penna e calamaio" quello specifico ed
irripetibile grafema "rosa".
La grafologia è la nuova scienza umana sperimentale che si interessa in modo specifico dello studio della scrittura dal punto di vista formale, nella convinzione, ormai accettata da tutti i semiologi, che attraverso l'analisi della grafia si possa arrivare a conoscere tutto l'uomo nelle sue componenti fisiche,
psichiche e spirituali (G. MORETTI).
Ciò premesso, l'autore ha ritenuto utile raccogliere nel presente libro le grafie di alcuni scrittori classici della letteratura italiana per mettere in rilievo “ricchezza  e povertà” dei singoli autori sul piano intellettivo, emotivo, relazionale ed operativo.
Sui classici esiste una vastissima bibliografia di critica letteraria, basata essenzialmente sulla conoscenza del contenuto delle opere: la grafologia vuol offrire spunti di riflessione ancora più puntuali mettendo in relazione contenuto e contenente, operando, cioè, un confronto tra segno-significato e segno-significante.
Un esempio per tutti: Pascoli, D'Annunzio (Decadentismo).
Mettendo a confronto le due grafie (Pascoli: Piccola - Inceppata - Contorta - Lenta- Intozzata 20 modo - ecc...; D'Annunzio: Grande - Angolosa - Pesante - Slanciata - Rigida - ecc...) si percepisce immediatamente la netta opposizione delle due personalità. La prima: introversa - chiusa - implosiva di "Nebbia", "Nascondi le cose lontane..."; la seconda: estroversa - aperta - esplosiva di
"Londa", "Sciacqua, sciaborda, / scroscia, schiocca, canta... .
In breve: il docente. che voglia portare una folata di novità nella sua fatica quotidiana, presentando i classici anche dal punto di vista grafologico, può trovare, secondo l'autore del libro (che conosce molto bene quante difficoltà i professori siano chiamati a risolvere giorno per giorno, specie sul versante delle relazioni umane), quella parola “magica”  che gli permette di suscitare negli studenti la scrittura e la lettura.
 Oltre ai docenti il libro può essere utile a tutti i consapevoli che lo principale della vita può essere racchiuso nel motto socratico “gnothi sautòn (conoscere sé stesso). La grafologia può aiutare…



C’ERA UNA VOLTA IL PADRE
La paternità rappresenta un tema di non facile trattazione, pochi sono i testi che ne affrontano le varie sfaccettature, in quanto predominano quelli rivolti alla funzione materna.
Allo scopo di offrire un contributo al problema in merito alle attuali aspettative sul ruolo paterno, le autrici, consulenti grafologhe, hanno condotto un'indagine ad ampio respiro, che ha permesso di evidenziare alcuni tipi di "paternità contemporanee".
Con tale metodo rendono una visione approfondita e allargata della quale si dà in queste pagine un'esemplificazione significativa.
Le autrici introducono il loro studio col prendere in considerazione la struttura delle famiglie che si sono man mano formate in questi ultimi tempi, la funzione paterna all'interno di essa e, infine, delineano le varie tipologie delle figure di padre con le loro problematicità, corredandole di note grafologiche.
Con competenza professionale e chiarezza espositiva illustrano come l'immagine paterna risulti variegata e fluttuante e in tale fluttuazione dell'immagine, numerosi padri restino incerti e insicuri, e evidenziano come l'indebolirsi del ruolo paterno destrutturi la personalità, sempre più fragile e passiva.
In conclusione, la lettura del libro è uno stimolo a riflettere che, se quello dei "genitori" è uno dei compiti più impegnativi che si incontrano nella vita, l' "essere padre" è sicuramente il più difficile, visti gli svariati modi di "essere padre" in questo nostro tempo, all'inizio del nuovo secolo.



Lineamenti di Grafologia tedesca da Klages ai giorni nostri
La PAROLA, sonora. bella, Squillante. la vera dell' "adam” sfreccia alata, brillante ed insistente nell'intero universo dell'uomo.
PAROLA detta, sussurrata. gridata. scagliata. mormorala. sorrisa, singhiozzata: parola di comunicazione, richiesta, preghiera, comando, imposizione, relazione, desiderio: parola come amore ed odio, accettazione e rifiuto, simpatia e gelosia, e rivalsa, pace e guerra.
La PAROLA è POTENTE: ma essa è fragile come il volo della farfalla; è momentanea come il sussurro del vento: precaria come il sospiro del cuore.
La parola nasce e muore, brilla e si spegne: è sonora e subito precipita nell'eternità del silenzio: la parola non resiste all'usura del Tempo, che tutto consuma. travolge e "disgangara " (Aretino).
Come "eternare" il suo "soffio cosi invisibile, sfuggente ed impalpabile?  Uno dei tentativi più riusciti è stata l'invenzione della scrittura; scrittura come la fotografia della parola sulla carta. come comunicazione con gli assenti, come esternazione di ciò che "dilla dentro h', come auto-grafo- terapia individuale per pregresse "rimozioni" (Freud), ma, soprattutto, come ricchezza sublime ed affascinante vittoria degli umani sulla fugacità della parola, del "verbum, quod tepente labitur".
Passano i secoli, scompaiono le generazioni, sfavillano imperatori, minano imperi, scoppiano rivoluzioni pestilenze e carestie. ma la scrittura ostinatamente resiste, risorge e vince "di mille secoli i silenzi" (Foscolo). Se la clessidra della parola, ahime!, subito si svuota e precipita nel nulla, fortunosamente la scrittura "etiam” .
Il fascino della scrittura ha ammaliato tutti: piccoli e grandi. poeti e scribacchini, romanzieri famosi e pennivendoli occasionali.

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